Ti
rivedo solo ora, dopo tanto tempo. Ti guardo ed esplode un'enormità di pensieri
in me. Mi eri confinante, fino a poco tempo fa, eravamo un duetto, senza
musica, senza suoni ma con tante parole. Migliaia e migliaia di parole che ora
non dirai più o se le confermerai saranno solo dentro di te. Ti faranno ancora
più male questi discorsi a tu per tu con la tua anima, perché non hai nessuno
che possa capirti, possa somigliarti. Zampilli di pensieri che attraverseranno
la tua testa, rimbalzando qua e là. Vedrai solo ostacoli insormontabili
attraversarti la strada. Ti avevo promesso che ci sarei sempre stata per le tue
sofferenze, ma la vita è un'attrice. Ed io sono solo una comparsa di un film muto,
in bianco e nero. Mi sono relegata in questo ruolo perché hai smesso di credere
che la vita possa essere migliore di come la vedi tu. Perché hai smesso di
credere in me, come si fa quando una parte dolorosa della nostra vita riaffiora
e noi la vogliamo tenere compressa, relegarla nel dimenticatoio. Hai sancito
nuovamente la tua solitudine e l'hai fatto soffocandoti di impegni e di persone
estranee al tuo essere. Che modo grossolano e inutile di salvarsi la vita. E'
non saper nuotare e buttarsi in mare con un palloncino, finché sarà gonfio,
rimarrai a galla, ma dopo incespicherai tra i flutti e le onde che crescono
minacciose e ti riempiono prima la bocca e poi i polmoni. E dirai addio alla
tua sobrietà mentale.
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