Translate

monica in pillole





Sì, lo so, sembro spaesata, smarrita invece sono disinvolta nelle mie esternazioni.

Saltello dalla letteratura impegnata (vi è forse letteratura disimpegnata?) a frivolezze, ovviamente disimpegnate.

Molti amici mi dicono che non capisco niente di musica, fatto alquanto opinabile, perché ascolto di tutto un po'. Certo, molti autori non li avrei mai ascoltati, se non vi fosse stato un pizzico di suggerimenti “pesanti”! Devo anche confessare che la musica classica dopo un po' mi annoia. Sarà ignoranza musicale o un fattore caratteriale. Gli artisti “cult” italiani e stranieri, sì, li ascolto volentieri, ma idem come sopra.


Vivaddio che si ha bisogno di canticchiare e sotto la doccia, la Bohème, non mi sembra il massimo o mi aspetterei un trattamento sanitario obbligatorio. Credo.

Alcuni amici mi dicono che, per argomentare in maniera incisiva io mi inventi molte parole, sono sempre a sostegno dell'Accademia della Crusca, ma quando non trovo un termine adatto alle situazioni ci circumnavigo finché non colgo il corrispondente a sostegno delle mie tesi. Può essere che, di tanto in tanto, inventi qualcosa ma non è la regola.


Da qui a scrivere il “Sartorelli” della lingua italiana, mi sembra una sana presa per i fondelli. (N.d.r. Sartorelli perché il mio cognome è Sartori, esagerati).

Sono spesso ampollosa, mi sono sentita dare della Decadentista, tutto può essere, non pongo limiti al sapere altrui, soprattutto quando non si parla di se stessi. Forse il mio essere Decadentista risiede nel fatto che un po' “décadent” io lo sia, nell'accezione che questa parola sia usata come poetessa che dà scandalo, fuori dalle norme comuni (poetessa, un po' alla volta), sia nell'uso di privilegio spirituale, superiorità spirituale, in quanto incline a cogliere i segni della raffinatezza e dell'eleganza intellettuale delle epoche e periodi di "decadenza" rispetto al normale.


Non sono una veggente. Sì, ogni tanto si insinua che io “veda” cose che non sono accadute o le “senta”, a dispetto di chi non ne ha lontanamente sentore. Io la chiamo sensibilità, punto.

Sono una persona solitaria, ma riesco a decifrare e percepire sensazioni che mi manda l'interlocutore del momento. Nemmeno questa è veggenza. Ma tanti anni sulle spalle.

Non sono solita parlare di me.

Alla buon'ora, e fino ad ora che ho fatto? Nulla, una pillola di me! Niente di più.




pillolina



Che scriteriata! Oggi mi sono addormentata e ho dimenticato tout court un appuntamento importante.
La sveglia Monica, la sveglia!!!
Credo siano avvisaglie dei cedimenti strutturali che si insinuano anche nella fisicità

Poco male, ho fatto dell'altro. Mi sono impegnata in una digitalizzazione di una prova orale d'esame.
Ho un po' sul gargarozzo di essere stata ripresa in fin dei conti "non ho mica vent'anni (ne ho molti di meno)", ma mi ha fatto l'effetto di un "gratatio capite", cioè non me ne poteva fregare di meno.

Mi ha fatto incazzare ben bene, invece, che dopo aver fatto un favore enorme, mi sia presa delle parole perché il lavoro non era finito... dico ma, stiamo scherzando? Io lascio tutti nella cacca fino al collo, e come si dice: "Chi vuol Cristo, se lo prega!".



pilloletta



Le critiche...
quando sono troppe, verrebbe voglia di rigirarle al mittente, ma che ne so, una forza sovrannaturale mi blocca. Non va più di moda essere maleducati gratuitamente. No, non va più di moda.

Penso che la cattiveria sortisca sempre un effetto stranissimo sia su chi la commette, sia su chi la riceve. Io sono solita riceve molte critiche: bla, bla, bla!!! Un effetto elastico, mi rimbalzano addosso senza nemmeno scalfirmi. A volte sono di gomma. Ma che cosa sto dicendo? Magari fosse così! Invece mi fanno male, mi feriscono, mi umiliano e non certo perché io sia una frignona ma solo perché cerco sempre di dare il meglio.

Ultimamente toppo troppo spesso.
Dai con gli anni che avanzano, scusa banalissima ma dimenticare tutto non è possibile.
La tecnologia non mi è più di supporto, inutile scrivermi le scadenze se poi tengo il telefono in borsa e non lo sento. UFFA.

Ho una settimana di urticante lavoro. Gli esami non finiscono mai. Poi, capò permettendo, me ne starei in panciolle fino a data da destinarsi. Chi vedrà, vivrà (mi sembra sia così).


Pillolina-ina (Mens Insana)

E' risaputo, da chi mi conosce, che adoro fare gli scherzi. Tzè, ma non a tutti. Non faccio gli scherzi a destra e a manca. Ho un soggetto "preferitissimo" la mia sorellona. (In anta con gli anta). Orbene, dopo averla lasciata tranquilla per troppi mesi, mi sono decisa di infiocchettarle uno scherzetto che è stato una chicca. (Sarebbe andato ancor meglio se, i soliti ignoti, non ci avessero messo la linguaccia). Ho preparato un bel biglietto con su scritto: ATTENZIONE DONNA AL VOLANTE e l'ho attaccato con due gommine sul paraurti della sua macchina. Ho cercato di tenerlo il più basso possibile affinché non lo vedesse. E così è stato.
La fagiana è andata un bel po' in giro e chissà quanti avranno letto. E di conseguenza si saranno tenuti ben distanti. Dio che risate.
Ma che ti succede? La sorellona va al bar e qualcuno le fa notare il biglietto, così ho faticato solo per avere un giorno di soddisfazione.
Poco male, ne ho già un altro in produzione, forse meno soddisfacente del primo ma a conti fatti non tutti i buchi riescono con la ciambella.

All joke reserved   ©


Pillola pilorica (con reflusso)

Stasera  (notte) avrei voluto lavorare, ma caspita mi si chiudono anche gli occhiali. Sarà un cattivo segno? Un presagio? Forse ho sonno. A volte succede anche a me. Vorrei superare lo stato di Super Sayan di IV livello, ma non stasera, comincerò le prove da domani. Non è così semplice come scriverlo.

Mi volevo invece soffermare sui palinsesti estivi, che non c'entrano nulla con le quattro righe di prima, ma non sono meno importanti.
Sbirciando qua e là ho notato che, come ogni estate che incombe, le programmazioni si succedono tutte uguali agli anni precedenti. E agli anni precedenti ancora. Ora, non sono sempre incollata al video ma, dopo una decina di anni di film, cartoni animati e quant'altro di sapore estivo, ho deciso che mi iscriverò ad un quiz: Tutte le battute dei film estivi. Patrocinato dalla Lega: se non li abbiamo visti 50 volte non è amore, primo premio un dvd del monnezza. Sono certa di avere la vittoria in pugno.

All crap reserved   ©


Lo devo proprio dire, questa vita fa abbastanza schifo. Il fatto strano è che me ne preoccupo solo quando sono al culmine del gusto del fiele e del travaso di bile (se ancora ho una bile, perché con tutti questi travasi è possibile che me la sia digerita).
Scrivere queste pillole non mi fa un granché bene, se fossero giornaliere sarebbero sempre al vetriolo, ma chi non si stufa di sentir predicare lamentele su lamentele. 
Non mi sopporterei da sola, diciamoci la verità.
Ora, non mi ricordo più 'la grande verità' che mi ero ripromessa di scrivere ma tanto non è che, riuscendo a far quadrare il cerchio, ne ricaverei qualcosa di positivo per me. 
Parlavo di fiele, accostandone il disgusto e nel disgusto le lamentele. 
Una me la permetto, perché ce l'ho proprio sul gozzo. Ricominciano le scuole, bella notizia, soprattutto per un'insegnante. Per scrostarsi di dosso un anno scolastico, servirebbero sei mesi di ferie ai Caraibi o anche più vicino, visto che io non volo.
Invece ecco avvicinarsi l'apertura dello zoo, con tutti i vari attori protagonisti o meno, comparse, cartellonisti, suggeritori. 
Il corpo docente (che immagine clownesca) si riunisce svogliata davanti ad un dirigente che dà indicazioni per l'anno scolastico a venire, che elargisce consigli, che avanza ipotesi. 
A loro (il corpo) nel quale sono intesa anch'io, usando un francesismo, non gliene frega un emerito cazzo di quello che si sta dicendo e lo dimostrano le facce svogliate, indifferenti, critiche. Chi parla con il vicino, chi ha qualcosa da mostrare, chi giocherella con il cellulare.
Alla richiesta di approvazione di una qualsiasi proposta, l'alzata di scudi è unanime, mai nessun contrario, a volte qualche astenuto perché s'era 'dimenticato' di votare prima.
Caspita, che democrazia, tutti d'accordo su tutto. Tutti all'unanimità dicono un sonoro sì, lo voglio, e poi durante l'anno nemmeno si ricordano di aver votato, che dico, non sanno lontanamente cos'hanno votato.
Ma il preside è contento e più contenta di lui la vice, che dovrà redigere il verbale non dovendo annotare nulla di diverso, di strano, di controcorrente. 
I visi si rianimano solo in presenza delle famose 'ore straordinarie', modo di far scuola al 'famolo strano' che trova facce preoccupate di non rientrare nella categoria dei 'fortunati' che produrranno progetti come torrenti in piena. Gli stessi progetti proposti ogni anno e che qualche docente premuroso si ricorda di cambiare la data dell'anno precedente sul computer. 
Ci sono i fancazzisti, quelli che non hanno voglia di lavorare né per terra, né per mare ma, se tu alzi una mano e fai una proposta, ecco che la tacciano come interessante e te ne chiedono una copia. 
Io educatamente annuisco, di solito, anche se mi verrebbe voglia di dar loro una coppia di ganci, alla Rocky Balboa.
Ma quello che più mi fa incazzare è quell'aria di sufficienza quando si parla di straordinarie e di vili euroni. Ecco che gli attori protagonisti fanno delle smorfie di disgusto, come chi pensa che questi quattro poveracci che hanno lavorato su un progetto, siano solo dei pidocchiosi, arraffaparticole. Piano, piano, perché poi vai a vedere i progetti e zitti, zitti, quatti, quatti, trovi anche i loro. Ma non perché abbisognino di quelle quattro 'palanche', il motivo è un altro, la bravura nel progettare per rendere efficiente la scuola.
Applausi. 


Pillola del numero 14

No, non sono ammattita, non so mai che giorno sia e quando mi si dice 'è venerdì' io chiedo ancora 'che numero?' E questo 'che numero' sarebbe la data. Mi sono autoanalizzata ma non sono riuscita a capirne il perché. Tutti sanno che giorno stanno vivendo, tutti, tranne me. 
Mi consolo perché c'è di peggio e anche io 'professo' di peggio. 
Oggi è un tranquillo venerdì, inizia il fine settimana o week end che fa tanto istruiti. 
Le scuole sono iniziate, nelle classi prime ci sono dei mocciosetti alti come i tacchi delle mie scarpe che se ne escono tronfi da scuola, con gli occhi che traboccano sapere. Tempo un mese e avranno la camicia fuori dai pantaloni e un viso disgustato come pochi. ça va sans dire è la vita scolastica, è un processo di impaginazione dei membri della società. Tutti uguali, in scuole tutte uguali, con programmi tutti uguali. Pochi, pochissimi gli insegnanti interessanti che sappiano anche interessare. Io non faccio testo, insegno agli adulti e come direbbe Rommel 'ci vado cauta'. La cosa magnifica dell'insegnamento andragogico è che ti puoi far su le maniche e dartele di santa ragione con i discenti (metaforicamente signor Preside). (ahaha si sa mai che non legga).
Per poi, ovviamente, tornare amici più di prima. Quest'anno tutto viaggia all'insegna degli spostamenti, cambiamenti, diverticoliti, incazzature. Ma insomma, stiamo quieti, io devo fare ancora un'ora di lezione frontale e ho già i miei famosissimi travasi di bile. Siamo stati sfrattati senza possibilità di far ricorso, dalla nostra storica 'sala professori ctp', per approdare in una sala professori comune con il diurno. Ne vedremo delle belle, vista l'opinione che hanno i prof del diurno di quelli delle serali. Ci sarà da ridere a crepapelle. Loro impettiti in completini chic e di marca e noi stravaccatissimi sui tavoloni, che ne so, mi sembra un divario incolmabile. Parlo personalmente, non potrò mai assurgere ai modi di fare, alle risatine false, alla finezza che trasborda da tutti i pori. Io sono più per pane al pane e vino al vino. E (se non c'è il Preside) ci sta anche un qualche vaffa tra colleghi.
E intanto devo già recuperare due ore. Uffa!

4 commenti: