E non è più musica quella che sento, ma leggeri suoni
ovattati di una festa paesana. E’ quasi mezzanotte ed esploderanno i fuochi
d’artificio, scintille nel cielo che illuminano per un attimo la notte. Non li
guardi più rapita come quando eri una bambina con il naso all’insù e ad ogni
scoppio era un ‘ohhh’ che significava meraviglia e felicità. Ora adulta ti
infastidiscono, non pensi che al momento in cui finiranno e lasceranno la tua
mente libera di pensare. Ma poi lo stesso ti immedesimi e cerchi di ricordare
lo stupore dei tuoi pochi anni, quando ogni cosa era una scoperta e tutto era
bellissimo. Erano belli persino i rintocchi delle campane che chiamavano i
credenti alla messa. E scoprivi che avevano anche altri significati, te li
aveva detti la nonna. Durante la settimana, significavano morte, e tu avevi
imparato a contare i rintocchi per sapere se era morto un uomo o una donna. Chi
ci pensa più a queste immagini di un passato tramandato a voce? Ora il vento è
cambiato, non sento più i suoni della festa ma l’incedere di un treno, l’ultimo
di oggi. Domani ne passeranno altri, ma non ci sarà questo silenzio.
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