Lei aveva smarrito tutte quelle strade che portano ad un fine ben preciso. Le aveva perse tanti anni fa e ogni giorno, immancabilmente, si riprometteva di ritrovarle dentro di sé e di sistemarle. Prima ne avrebbe fatto un fascio scomposto, com'era scomposta la sua vita, le avrebbe legate tutte insieme, poi le avrebbe stese per averne una visione d'insieme, anche se sarebbe stato un duro colpo vedere tutte quelle potenziali vie pulsanti che non potevano aver vita, al momento. In seguito avrebbe cercato di riordinarle, per importanza, per desiderio, fino ad arrivare alle meno autorevoli. E cominciò questo nuovo cammino, ma capiva che da sola non ce l'avrebbe fatta. Non chiese aiuto, non era nel suo stile. E poi intorno a lei non c'era nessuno che avesse potuto mettere in ordine ciò che nemmeno conosceva. Provò e riprovò finché alla fine, spossata e con la testa tentennante pensò di gettarle in aria. Dolcemente caddero sul pavimento, formando linee rette, curve ed anse. Allora capì, che le strade non hanno un ordine definito, come lei voleva imporre, ma sono destinate ad essere calpestate lasciando delle orme ben precise, per non dover ripetere le stesse vie, gli stessi sbagli. E cominciò a camminare su una curva.
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