Il giorno che te ne sei andato ti ho scaraventato addosso
tutta la mia rabbia, un sentimento covato da tempo ma sempre soppresso,
accettato, inghiottito. Sapevo che c’era lei, l’altra, ma non avrei mai pensato
che tu lasciassi i tuoi adorati figli. Non ti ha fermato nulla, nemmeno la mia
presenza costante, il mio riversarti ancora amore, mentre tu chiamavi amore
un’altra donna. E allora vai, segui la tua strada, io saprò arrangiarmi da
sola, l’ho sempre fatto.
Lei aspetta un figlio da te, e tu non cerchi nemmeno di
scusarti con i figli che hai già, che hanno capito tutto, lo sapevano prima
ancora di me. Non ti aspettare poi calore da loro, non lo avrai. Non ti
aspettare che ti chiamino, non lo faranno. Non ti aspettare rispetto, non lo
avrai. Ti ricorderai, forse, i loro
occhi sbalorditi quando facevi loro le prediche su cosa è giusto e cosa non lo
è. Solo adesso capisco quei visi sconvolti, visi di uomini, non di ragazzi che
ascoltano il padre con attenzione. Tu li hai fatti diventare uomini senza
lasciare loro il tempo di crescere gradatamente. Loro che mi consolano e mi
promettono di non abbandonarmi mai, per me saranno sempre presenti, perché
questo significa famiglia. Ti auguro di avere la forza di costruire una
famiglia simile a quella che hai perso. Anche se so che sarà impossibile.
Addio.
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