Perché uscivi dal liceo, scuola elitaria, ma spettinata e vestita di cenci, tracolla verde militare al braccio. Dentro, tra i libri di greco, storia e latino, la tessera, un'immancabile bomboletta, e 'il cuore nero'.Per i tuoi genitori, una piccola ribellione di chi domani sarebbe 'diventata qualcuno'.Per te era lo sbocciare alla vita, alla politica, allo studio, per il momento, non pensavi certo al futuro. Contava 'l'ora' contava che eri intelligente, eri bella e di politica ne sapevi tanto e logoravi con la tua supponenza chi la vita e la storia l'aveva tatuata sulla pelle. E giù nelle piazze colorate di grigio, vomitata tra centinaia di ragazzi dagli stessi slogan, con lo stesso gergo, vestiti allo stesso modo. Tu sapevi di essere diversa, con una nota di colore, ti sentivi superiore. Tu non eri l'ovvio, perché di ovvietà non se ne doveva parlare. Il braccio teso a salutare, parlava di una ragazza vestita di cenci costosi, con al polso l'orologio d'oro della cresima e un anello, mai due, che faceva alta borghesia. Mentre le tue coetanee parlavano di ragazzi arrossendo, tu odiavi, chi diventava famoso per aver ucciso un 'cuore nero'.
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