Sai che devi andare dove c'è bisogno di te, dove le persone si aspettano che tu sia presente, fianco a fianco a loro, con lo stesso terrore negli occhi, con il buio presentimento del domani. Vai, ti aspettano e ricorda che era anche la tua terra, la terra che ti ha visto nascere, la terra che ti ha concesso un secondo affetto. Corri, non c'è tempo da perdere, perché lei è là che ti aspetta a braccia aperte per essere consolata da ciò che accade in un giorno di devastazione. Tu non potrai far altro che la conta dei danni, parlare con le persone care, di più non potrai. Forse piangerai con loro i disastri accorsi finché tu non c'eri. Le braccia a stringere chi non ha più nulla, il fegato di dire che domani sarà un giorno migliore, che si ricostruirà, che tutto tornerà come prima. Ma dopo un disastro nulla è come prima e tu lo sai bene. Vai ugualmente, ti impegnerai fino allo stremo delle tue forze a sorridere, a cercare un perché dove non esiste, a vedere il cielo più sereno. Saprai a chi dare la colpa di tutto questo, ma umilmente starai zitto per non scaldare gli animi già combattuti tra disastro e colpe. Vai, non lasciare nulla di intentato. Quando tornerai, sarai più arricchito da tutta la miseria che hai visto e saprai su cosa riflettere, a lungo.
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