Ho fatto della tristezza un'avvolgente ormeggio.
E' sempre pronta a salpare con me in ogni luogo io percorra, ogni casa io frequenti, sempre.
Non saprebbe abbandonarmi nemmeno in momenti insospettabili, quando faccio del mio sorriso una maschera. Mi rincorre sempre, a volte precede i miei solitari passi. Chiudo gli occhi e la avverto, presenza che mi sovrasta, che si impone, che non mi lascia un momento di spazio. A volte mi oltraggia, a volte è satirica, ma pur sempre crudele, come i passi che mi impone di fare. Tristezza piena di vanità, sai di essere talmente forte che nulla ti può vincere. Anch'io soccombo sotto il peso della tua figura, che non fa respirare, il mio rantolo è sempre da te ritmato. Non vi è gaiezza, non vi sono buone novelle che non ti trovino lì, pronta a modificare tutto il comportamento dei sentimenti che potevano essere, perlomeno, miseramente gioiosi. Vinci sempre, il mio cuore malato non ti si può più opporre e allora fai di me quello che vuoi, emaciami ogni giorno, costantemente. Scaraventami nel fondo di un pozzo e lì abbandonami. Le mie mani coprono gli occhi velati, ormai sfuggenti alla beltà della vita, che un po' ancora ricordo. Io ti ho creato.
E' sempre pronta a salpare con me in ogni luogo io percorra, ogni casa io frequenti, sempre.
Non saprebbe abbandonarmi nemmeno in momenti insospettabili, quando faccio del mio sorriso una maschera. Mi rincorre sempre, a volte precede i miei solitari passi. Chiudo gli occhi e la avverto, presenza che mi sovrasta, che si impone, che non mi lascia un momento di spazio. A volte mi oltraggia, a volte è satirica, ma pur sempre crudele, come i passi che mi impone di fare. Tristezza piena di vanità, sai di essere talmente forte che nulla ti può vincere. Anch'io soccombo sotto il peso della tua figura, che non fa respirare, il mio rantolo è sempre da te ritmato. Non vi è gaiezza, non vi sono buone novelle che non ti trovino lì, pronta a modificare tutto il comportamento dei sentimenti che potevano essere, perlomeno, miseramente gioiosi. Vinci sempre, il mio cuore malato non ti si può più opporre e allora fai di me quello che vuoi, emaciami ogni giorno, costantemente. Scaraventami nel fondo di un pozzo e lì abbandonami. Le mie mani coprono gli occhi velati, ormai sfuggenti alla beltà della vita, che un po' ancora ricordo. Io ti ho creato.
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