La domenica notte, notte che attende il lunedì, discepolo di
tutti gli altri giorni, perché ha appreso molto dalla settimana che è finita e
si appresta, dinoccolato, ad aprire quella che seguirà. Un’altra settimana, altri
sette giorni di sforzi, attese, qualche volta imprecazioni. Di persone che si
alzano presto, tutte con gli occhi assonnati. Di gente che ripete i medesimi
movimenti, ogni lunedì da centinaia di questi giorni, tutti uguali. I lunedì,
delle vite, non si contano. Giorni fatti di lavoro senza tregua, ma ad Elisa
quel lunedì stava stretto, non voleva ripetersi e così fece. Chiamò al lavoro,
adducendo una scusa e rimase in pigiama. Si aspettava di passare una giornata
di tregua, ma la tregua non è dare tempo al corpo, non è fermarsi a soppesare
tutto quello che c’è intorno, è fermare il tempo, cogliere al volo la
disperazione e scagliarla via, assieme a tutti gli altri pensieri negativi. Ma
forse per lei era troppo tardi. Forse, se fosse stato un lunedì come tutti gli
altri non l’avrebbero trovata, adagiata nella vasca da bagno, con i polsi
tagliati da una lametta o forse, sarebbe successo solo il lunedì successivo.
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