Sai, mi sento come un minatore. Mi manca l'ossigeno, non ho spazio per muovermi. Sono incollata alle pareti e giro sempre in tondo. Ma non è il girotondo che facevo da bambina, quando il sole era talmente accecante che dovevo tenere un occhio chiuso. E' il patimento di chi non può che rimanere lì, e a picconate si deve fare spazio. Come una falena attratta dalla luce va a morire su di essa. Così anch'io vado inesorabilmente verso la luce, o almeno ci provo. Sai, la luce non è facile da trovare. Io non ho ali, ormai ho anche pochi passi. E gli ultimi che mi rimangono li tengo ben stretti perché fa paura non avere modo di muoversi. Sai, ci sono passata tante volte in questo stato di cose e ogni volta finivo dentro questo cerchio. E ruoto, continuo a ruotare dentro di esso, ma si sa, i cerchi sono chiusi. Sai, alla fine mi siedo, un po' spostata dal centro, così, per superstizione, e lì rimango, eterna.
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